Tornare con la mente e con il cuore a quel periodo straordinario non è facile per nessuno di noi.
L' idea nacque ad un giovane ragazzo bergamasco di rientro in città dopo aver viaggiato e lavorato
all'estero per molto tempo. Deciso e creativo, sentì l'esigenza
di ricreare e adattare nella sua amata città ciò che vide svilupparsi con successo al di fuori delle sue
storiche "mura veneziane".
La prima volta che partecipammo ad un loro evento, capimmo subito che la "Ex-centrale di Daste e
Spalenga" era il luogo perfetto per quel gruppo di giovani innovatori, artisti e nerd
tecnologici.
Tra quelle pareti alte e maestose che trasudavano un passato vissuto, si accese la scintilla che
infiammò fin da subito il cuore e le speranze di molte persone ed organizzazioni in città.
Volevano trasformare quel sito industriale inutilizzato e abbandonato in un luogo di incontro aperto a
tutti. Uno spazio dedicato all'innovazione e alla cultura in cui persone molto diverse fra loro potevano
incontrarsi e trovare i migliori strumenti e condizioni per realizzare le loro idee, proposte
progettuali e aspirazioni personali condividendo spazi ed esperienze.Un luogo in cui far germogliare
talenti promuovendo
creatività e formazione tra persone che insieme,
avrebbero fatto sicuramente grandi cose.
Bhe... come immaginate sia andata a finire?
Siamo in Italia e quindi non è poi così difficile immaginarlo. Aveva proprio ragione Giuglio Andreotti
quando disse una delle sue celebri frasi, "A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si
indovina".
Basta mettere i due progetti a confronto per capire come "condividere", in questo paese non sia sempre
una buona idea.